Pages

10/12/14

... e la nostra Firenze?

Dovevo farla, ma una metatarsalgia mi ha tenuto fermo per più di un mese. In gita ci sono andato lo stesso, il pettorale e l'albergo erano pagati, pensavo di partire, senza ambizioni, per fare qualche Km, e poi vedere che succede. Il giorno prima però camminando tutto il giorno sento che il piede ancora non è del tutto a posto... A malincuo
re decido di non partire, oggi faccio da spettatore...
Passano alcune ore, circa 3, sono al 35 Km è sto aspettando gli altri per incitarli.
La mia convinzione cresce sempre di più vedendo passare i concorrenti e soprattutto i miei amici...
OGGI HO FATTO BENE A STARE DALL' ALTRA PARTE DELLE TRANSENNE!
Non ero allenato e in una gara del genere non si può azzardare!

Super tutti quelli che in qualsiasi modo l'hanno finita! Per loro è stata un'esperienza incredibile, una di quelle esperienze che ti caricano, che ti fanno sentire più forte! e per me in realtà lo sono davvero!

Sotto il racconto di Maffio.
E' stato sicuramente il più costante ad allenarsi, lui che solo un anno fa ha fatto la sua prima gara podistica. Un gran risultato per lui!!



"Quando si vuole raccontare un’esperienza per condividerla, ci sono vari modi di farlo. Talvolta si può insistere sui dettagli, sui particolari, oppure si possono raccontare le emozioni provate, o, ancora, descrivere in modo un po’ distaccato quello che si è vissuto.

Raccontare la maratona di Firenze mi mette in difficoltà.
A distanza di alcuni giorni non ho ancora metabolizzato le emozioni e la fatica. Non credevo che il lato emotivo e quello fisico fossero così inscindibilmente legati.
Forse è proprio questa l’unicità della maratona: riuscire a portare il proprio corpo ad una condizione talmente estrema da permettere di sfogare il proprio lato emotivo. La maratona diventa così il modo per ritrovare se stessi, a riconciliarsi con il proprio corpo, offeso dalla fatica, e con il proprio subconscio, relegato troppo spesso ai margini della vita quotidiana.

Affronto questo racconto cercando di unire aspetti più “sportivi” con altri più personali, sapendo che non sarà affatto facile raccontare tutto.
Siamo in 4 a partecipare. C’è Andrea Nordio che ha già affrontato il mezzo Iron Man ad alti livelli e sa cosa vuol dire soffrire; c’è Marchio, che è una bestia fisicamente e mentalmente e che è capace di non allenarsi, di non fare diete particolare e nonostante ciò di correre a livelli incredibili; c’è Giaco che ha sofferto tanto in questo periodo, con problemi al ginocchio, ma che ha resistito, non si è mai arreso ed è pronto a partire; poi ci sono io, che corro da poco più di un anno e che ancora mi chiedo cosa ci faccio lì, in mezzo a migliaia di podisti, di atleti, di presunti tali, di giovani, adulti, bimbi, ragazzi, di infinita umanità.

Entro nell'ultima  gabbia (che  poi sarebbe  la mia) alle 8.45. Mancano 30 minuti  alla partenza.  C'è ancora un po’ di spazio e cerco di avanzare. Sono molto lontano dalla partenza. Mi guardo indietro e cerco gli altri.  Impresa impossibile!  Così cerco di rilassarmi di sciogliere gambe, collo, braccia. Le persone attorno sono migliaia . C'è chi è più concentrato e chi più sorridente. C'è anche  chi fuma....
Lancio via la lunga vecchia maglietta che mi sono portato per scaldarmi. Sono pronto.

L'attesa è  un p’ lunga . Poi finalmente  parte il conto alla rovescia e, lentamente,  si parte. Sono convinto  di avere gli altri dietro di me. Ma non ci penso più perché  so che farò una gara in solitario.  Per i primi 3 km almeno,  non si riesce a correre . La gente è troppa e le strade, seppure larghe, sono totalmente  occupate. Mi defilo  sulla sinistra facendo la pista ciclabile con altri. Il km 1 lo faccio lentissimo …  in 6 minuti ! Così incomincio  a correre stando sempre sotto i 5',  a 4'50",  per almeno 5 km. Mi scaldo ,  sto bene e proseguo costante  .
Verso il km 8 si va alle Cascine dove ci sono lunghi vialoni alberati . I tifosi non sono tantissimi in quel punto,    l'andatura  è  buona…troppo  buona…. troppo veloce per me .
Penso di riuscire  a correre intorno ai 5' al km perché  sto bene, ma significa , comunque essere sotto di 15 secondo rispetto al mio passo. Questa è una follia.
Al km 10 prendo i primi sali e un po' d'acqua. Incrociamo i top runner che spingono fortissimo. Sono tutti concentratissimi e belli da vedere.
Dopo che sono passati, distolgo  lo sguardo e ritorno sulla mia corsa . Cerco di rimanere attento passo dopo passo ,  rilassandomi  e respirando  bene. Non sono mai in affanno col fiato e questo è  molto positivo . Passano così altri 3 km che ci riportano verso il centro città.  Il percorso non è una tavola , ma un po’ ondulato . Ci sono i cavalcavia che incominciano a farsi sentire, ma non troppo. Mi accorgo, però, che il percorso è  impegnativo.  Al km 15 mi reintegro ancora e mangio il primo gel. Stranamente sento un po' di fame.  Proseguiamo verso il centro e tra il km 16 e il 17 vedo Giaco ! Sono felice di vederlo. Mi affianco .
“Eccomi qui !”;  “Siamo un po ' troppo veloci”; “Si!” mi dice lui. “Ho seguito il pacer delle 3h 45 ' ma tirava troppo”.
Infatti a destra sul marciapiede ,  il pacer, con i suoi palloncini, è  fermo probabilmente  stirato... gli dico che dobbiamo gestire meglio e rallentare  un po’  . In quel momento  abbiamo tanta gente intorno , faccio 1 km mi giro e non vedo più Giaco.  Al km 19 siamo in centro. Ci sono tanti tifosi transenne ma anche ciottolato, pavè , e lastroni sconnessi su cui è difficile  correre. Guardo il pubblico e vedo Cate, Micky  e giulia . Non vedo Beppe, Marino e Tommy.
Grandi!
L' incitamento  mi ricarica di energie.  Arrivo alla mezza in 1h 49'36’’.
Complessivamente ho fatto 15 km troppo veloci e 6 un po’ lenti. Al km 23 succede l'imponderabile.  ... incomincio a soffrire ,  sento le gambe un po’ doloranti .. è  il primo cedimento.
Ma come è  possibile ??!!!! Ne ho fatti 34 di km in allenamento ,  senza patire nulla  e ora sono in difficoltà  ??!! I motivi sono molti: sono andato più veloce ,  il percorso è  più impegnativo,  la tensione è  tanta e l'umidità  è  fastidiosa.  Il cosiddetto muro non posso incontrarlo al km 23 !!! Devo fare ancora 19 km !! Il primo pensiero è  quello di prendere una strada laterale e tornare  in albergo . Il secondo  anche...
Chiunque direbbe che non ne ho  più , che non posso andare avanti... che brutto tornare a casa senza aver finito la gara….mi vengono in mente le parole di Albanesi : correre anche solo 5" al km più veloci è  un errore; provate a chiedere a un top runner di correre 5 secondi al di sotto del loro passo!.... si ma io ho corso 10 " sotto o forse più..... non posso farcela......
però…... essere venuto fino a Firenze per niente...  perché  non ho finito la gara ?perché ero stanco ?? Non esiste !
Mi impongo di arrivare fino al ristoro del km 25. Rallento  e proseguo così.  Al ristoro mangio bevo mi fermo un attimo. Poco. 30 /40 secondi e poi ricomincio.  Mi accorgo di aver recuperato energie. Al km 27 ho un'altra crisi, forse peggiore. .. decido di resettare i miei obiettivi e di suddividere il restante percorso in tappe da 5 km perché so che i ristori mi aiuteranno. Così stringo i denti e arrivo  al km 30. Rivedo gli altri che incitano. Mi disseto  e proseguo  nella parte forse più brutta del percorso :5 km intorno allo stadio e zone limitrofe... Al km 35 ho le gambe legnose ... dure ... Recupero ancora . Stringo, stringo i denti. Ritorniamo  in centro. Ancora ciottolato,  ma c'è tanto pubblico.  Penso che non vedranno un bello spettacolo . Io corro male, corro lento a 5’ 45’’ circa  e con difficoltà. .. poco prima del km 40 vedo Beppe: “dai maffio! é  finita !”
Si quasi . Ormai è finita . Ormai l'obiettivo è  rimanere sotto le 4 ore. Al km 40 mi fermo ancora e poi riprendo con un’andatura migliore.  Sono al km 41 !!! Si !! È  fatta !!!! Mancano 300 metri. Voglio sfogarmi e allungo, allungo per quel che posso fino all'arrivo ! É  finita ! Sono arrivato !! Sento un groppo in gola ,  un desiderio di sfogarmi non di urlare ,  un desiderio di ringraziarmi. Mi metto da parte e mi lascio andare . Scende qualche lacrima . E una sensazione strana, non di gioia, non di sofferenza, mi prende . Devo metabolizzare devo capire. Vedo altri che hanno la mia stessa  reazione.
Mi rendo conto che nulla viene per caso ma solo con costanza e concentrazione. Il mio corpo non ha energie infinite o nascoste. Ha quelle che conoscevo anche il giorno prima.
In 42 km tutto viene fuori. Non si può bluffare, perché paghi tutto con gli interessi. C'è qualcosa che però resta inspiegabile e sono le energie mentali e nervose che si sprigionano in questi km, la capacità di strapparti la corazza che  ognuno di noi si è costruito negli anni, di rimanere senza  difese ma nello stesso il permetterti di coprirti  con altre ben più accoglienti e sicure . Quelle che nascono dal tuo profondo dal tuo intimo.
Un po' come quando si era bambini."

Nessun commento:

Posta un commento